domenica 28 febbraio 2010

Una Moleskine alla Vaniglia




Oggi ho pensato ad un argomento che racconti di me, che mi stia a cuore, di cui voglio parlare e raccontare e che allo stesso tempo mi racconti e mi descriva!
E l'ho trovato! Anzi per essere sinceri il percorso è avvenuto all'incontrario, cioè prima mi è venuto in mente l'argomento e poi ho capito che mi descriveva alla perfezione e che se avessi dovuto scegliere un solo tema (che per altro ne contiene due!!!) avrei dovuto scegliere proprio quello!
Ovvero ... ... .... Il Caffè Littéraire, ossia diari, quaderni e bistrots!
Allora spieghiamo tutto dall'inizio.
Io sono una dottoressa e per raccimolare qualche soldino seguo delle gare sportive, insomma mi diletto nell'arduo compito del medico di gara!
Questa mattina ero dalle parti di Lecco, piuttosto lontana da casa, in amplissimo anticipo rispetto all'ora accodata. Naturalmente, come è ovvio, di domenica così presto non c'è in giro quasi nessuno, nemmeno un numero minimo utile per chiedere informazioni stradali. Arrivata vicino al posto che in quell'agglomerato di cemento e freddo polare sembrava rassomigliare a quegli stabili di solito definiti palestre (a me ormai sconosciute e rapidamente dimenticate dopo il diploma), alzo lo sguardo e noto un singolare e quantomai piacevole baretto proprio accanto alla suddetta struttura comunale. "Geniale!" penso. Quel caffé mi piaceva tantissimo, e mi è per altro piaciuto subito (quello che di solito le persone troppo ricche di zuccheri nel sangue definiscono amore a prima vista).
Tutto in vetro: molta luce e sensazione di maggiore spazio aperto e di "respiro".
Colori chiari e piccoli contrasti: originale e piacevole, con un immediato recall ai fondamentali di ogni bistrot-caffè, cappuccino, gelato, vaniglia e cioccolato, zucchero e panna-.
Qualche nota di colore originale: tavolini in "mosaic-like"bianco e nero, sedie da giardino in ferro smaltate, di quelle con un po' di riccioli che però non appaiono mai ne' pacchiane de' ridondanti roccocò.
Il tocco di stile: i giornali sia esposti sugli scaffali a vista sull'esterno accanto a bottiglie di vino, sia riposti in un ordinata rinfusa su un tavolo all'interno; quel qualcosa in più lo facevano i titoli, dalla Gazzetta rosa a COLORS fino a CASE DA ABITARE, con i tocchi in vetrina dei MilleLire, piccoli assaggi di cultura e quant'altro al prezzo del nome.
I prodotti? Zuccheri aromatizzati, abbinati ad un buon cappuccino o un caffè valgono almeno una colazione, le cioccolate e i gelati valgono merende a ripetizione!
Le tessere per i clienti abituali erano appese in maniera intelligente ad una parete con una fila di chiodi su un pannello di legno, come sul portacihavi da parete, ed erano tessere, contrariamente dal solito, per nulla pacchiane o "burine", anzi, molto artistiche e semplici permettevano anche di capire al volo che il locale non era solo un semplice caffè, ma che proponeva anche gelati, svariate cioccolate, aperitivi, cappuccini e colazioni varie.
Il tutto in un mix di estrema originalità del tutto personale, perfettamente integrata nell'ambiente di paese, cioè semplice ma originale e soprattutto inusuale. Senza esagerare, senza strafare, volendo risalire dal low profile e dal classico "circolino" di paesello, senza volare troppo in alto andando fuori dalle righe.
Voto: 10 +
La ciliegina sulla torta? Il nome: Vaniglia.


[Vaniglia, via Aldo Moro 2/B, Olgiate Molgora, LC]


Ma questo è l'inizio della storia che mi ha portato fino a qui, solo l'inizio.
Questa sera ripensavo a quel caffè e questo mi ha ricordato lo smacco che ho provato nell'aver dimentica a casa il mio diario di viaggio (Moleskine), dove avrei potuto annotare i miei commenti e le mie impressioni a caldo, oltre che poi venire a raccontarle qui; ma evidentemente non tutto viene poi per nuocere e, in effetti, ogni medaglia ha due facce!
Nel momento in cui ho ripensato alla mia Moleskine (scusate la pubblicità, ma è il diario che sto usando al momento!) ho collegato immediatamente le due cose: diario e caffé e naturalmente ne è nato il Caffé Littéraire.
La passione che ho tanto per la scrittura che è sorpassata da quella per il materiale da scrittura, soprattutto quaderni e diari, si fonde perfettamente perchè a parimerito con l'attrazione per i bar, i caffé, i bistrot e i piccoli ristorantini e locande in giro per tutte le città che mi trovo a visitare e vivere, anche se in modo non sempre costante.
In primis Milano, grande fonte di ispirazione a riguardo in quei piccoli segreti da scoprire aprendo gli scrigni delle vie più segrete. Poi tutte le altre. Tanto per i diari e la carta, nel senso più esteso e allo stesso tempo più particolareggiato che conosco, quanto per quei locali così accoglienti che ogni volta mi invitano ad accomodarmi, ordinare qualcosa e mettermi a scrivere.